Quando pensiamo alla vitamina C, l’associamo quasi sempre alla spremuta d’arance da assumere durante la stagione fredda per la prevenzione delle sindromi da raffreddamento o per aiutare il nostro organismo a guarire più in fretta quando siamo già ammalati. Altri sanno che assumere con regolarità la vitamina C attraverso il cibo o attraverso l’integrazione mirata è utile a mantenere elastica e giovane la pelle eppure ancora pochi sanno che una carenza di vitamina C può risultare dannosa per il nostro cervello.

Esiste una vasta letteratura scientifica in merito al trattamento con elevati dosaggi di vitamina C per curare disturbi di natura psichiatrica, ci sono poi casi in cui non vi siano reali disturbi psichiatrici ma una semplice carenza che può determinare stato confusionale e disattenzione.
Già nel 1968, in un articolo pubblicato su Science, il dott. Pauling, massimo esperto mondiale sulla Vitamina C, spiegava che il buon funzionamento dell’intelletto richiede la presenza di molte sostanze differenti nel cervello. Ad esempio, disturbi dell’umore di grave entità e generalmente associati anche a disturbi fisici risultino da una scarsa concentrazione nel cervello di una qualsiasi delle seguenti vitamine: vitamina B1, acido nicotinico o niacina ( vitamina B3), piridossina (vitamina B6), cianocobalamina (vitamina B12), biotina, acido ascorbico (vitamina C) e acido folico
Esistono prove concrete che le funzioni mentali ed il comportamento sono anch’essi influenzati da variazioni nella concentrazione cerebrale di una qualsiasi di numerose sostanze che sono normalmente presenti nel nostro organismo.

E’ proprio il caso di dire che soprattutto in questo periodo dell’anno occorre consumare cibo ricco di vitamina C, come agrumi, frutti di bosco (anche surgelati), verdura a foglia verde, pomodori, peperoni e polpa di baobab