Ben 11 anni di meno rispetto a chi non ne consuma affatto è l’età cerebrale di chi mangia verdure a foglie verde secondo quanto riportato nello studio pubblicato su NEUROLOGY.

Merito di alcuni nutrienti dai documentati effetti antiaging: kaempferolo  vitamina K, luteina, nitrati, folati, alfa tocoferolo. Un incredibile mix di vitamine e composti dall’elevato potere antiossidante il cui ruolo biologico spazia dal promuovere i corretti meccanismi alla base della coagulazione sanguigna (vitamina K), alla protezione maculare e del sistema visivo (luteina), alla proprietà di stimolare i sistemi di detossificazione cellulare (kaempferolo).

Il consumo di almeno una porzione al giorno di questi vegetali nei soggetti che hanno partecipato allo studio (circa 1000 persone con un’età compresa tra i 55 e i 99 anni seguiti per una media 4 anni e mezzo), ha determinato una significativa riduzione del declino cognitivo.

Il nostro cervello risente sensibilmente del tipo di dieta seguita e impostare una nutrizione bilanciata e varia può assicurare una protezione attiva delle delicate strutture neuronali.

Non solo, le verdure verdi sono ricche di acqua biologica, si tratta di acqua di vegetazione in cui sono dispersi sali minerali e altri importanti cofattori. L’acqua di questo tipo possiede la capacità di distribuirsi in modo ottimale nei nostri tessuti, alcalinizzando se necessario l’ambiente extracellulare e apportando fitocomposti estremamente utili al sistema nervoso. Le verdure a foglia verde apportano anche acidi grassi omega 3 (ne sono ricchi ad esempio i broccoli o il cavolo riccio-kale) che costituiscono la materia prima d’eccellenza per la rigenerazione del tessuto nervoso.

Del tutto scorrette le diete che prevedono consumo di sola insalata: prive di proteine e di carboidrati complessi (cereali, legumi ad esempio apportano vitamine del gruppo B, essenziali anch’esse al corretto funzionamento cerebrale). E che dire dell’olio d’oliva? Utilizziamolo per condire perché agevola l’assorbimento delle vitamine liposolubili.

Il momento migliore per consumare insalata? All’inizio del pasto. Come abbiamo precedentemente spiegato, consumare verdure crude all’inizio del pasto aiuta a stabilizzare l’impatto glicemico di ciò che verrà consumato successivamente, induce maggiore sazietà e aiuta a ridurre l’impatto infiammatorio innescato dal consumo di determinati cibi.