Questa pasta ci piace per l’elevato contenuto di fibre, sempre carenti nell’alimentazione moderna (le linee guida che promuovono i corretti stili di vita per la prevenzione dal tumore del colon consigliano il consumo di 25-30 grammi al giorno di fibra, qui in 100 grammi ne abbiamo 7,6 grammi). Le fibre ci saziano di più e apportano proteine vegetali, ben 26 g per etto di prodotto. Grazie a questa loro caratteristica, rappresentano una valida alternativa ai piatti proteici di origine animale (una fettina di carne da 100 g ha un contenuto proteico di circa 22 g), non apportano colesterolo e sono praticamente assenti i grassi saturi.
La composizione bilanciata di carboidrati, fibre e proteine, aiutano a tenere sotto controllo la glicemia nel sangue e quindi a prevenire un rilascio eccessivo di insulina. Quest’ormone, se presente in eccessive quantità, provoca accumulo di grasso e predispone a infiammazioni e diabete. Anche se non riportato in etichetta, le lenticchie rosse sono ricche di potassio, sale minerale con proprietà alcalinizzanti.

LA RICETTA: COME CUCINARLE IN MODO “BUONO CHE FA BENE”
Per sfruttare al meglio questa loro caratteristica, andranno condite con un sugo di verdure (il massimo lo esprimono quando sono accompagnate con un sugo a base di melanzane, ortaggio ricco a sua volta di potassio e di fibre). Scegliete sempre quelle a buccia viola, tagliatele a piccoli dadini e lasciatele per una decina di minuti in uno scolapasta per eliminare il liquido contenuto al loro interno che conferisce il classico sapore amaro.
Poi procedete alla cottura, aggiungete aglio e abbondante cipolla rossa tritata (a sua volta ricchissima di straordinarie proprietà nutraceutiche), olio extravergine d’oliva, un po’ d’acqua per evitare che brucino. Sembra che l’aggiunta di poca acqua sia in grado di rendere più disponibili le antocianine presenti nella buccia delle melanzane.
Profumate con erbe aromatiche e il migliore abbinamento sembra essere con la menta aggiunta a fine cottura.

I QUATTRO MINERALI DI PUNTA E PER CHI SONO INDICATI
Il consumo di questo tipo di pasta è adatto a tutti, ai bambini, agli anziani e agli sportivi, non devono abusarne solo le persone che hanno elevati livelli di acido urico e che soffrono di gotta. La pasta a base di lenticchie rosse è ricca anche di altri sali minerali, primeggia per l’elevato apporto di fosforo 310 mg per etto, ben il 44% del VNR (ovvero l’apporto minimo di vitamine e minerali la cui quantità di assunzione giornaliera indicata in etichetta non deve essere inferiore al 15% dei “valori nutritivi di riferimento” ). Il fosforo è un sale minerale molto importante perché partecipa al corretto funzionamento del sistema nervoso, muscolare, fino ad arrivare alla salute delle ossa e dei denti. Infine tre sali minerali importantissimi: il ferro, ben 5,2 mg per etto e con un VNR pari al 37%, rende questa pasta ideale per i vegetariani, vegani, le donne in gravidanze o in tutti i soggetti tendenzialmente anemici. Questo oligoelemento è molto utile in presenza di stress stress, stanchezza, infezioni ricorrenti e contro l’insorgenza di numerose patologie: è, infatti, in grado di rafforzare il sistema immunitario.
Questa caratteristica viene ulteriormente rafforzata dalla presenza di zinco, sale minerale con proprietà alcalinizzanti e utile a mantenere un adeguato equilibrio acido-base. Carente in quasi l’80% delle persone, lo zinco aiuta a rafforzare unghie, capelli, a migliorare l’elasticità della pelle e prevenire l’insorgenza di rughe e smagliature, non solo, velocizza la guarigione delle ferite e promuove l’eliminazione di virus e batteri grazie all’azione sul sistema immunitario. Infine il manganese, in 100 grammi copriamo il 50% del VNR giornaliero, è un oligoelemento di cui si parla poco perché è poco conosciuto. Questo minerale partecipa ad almeno venti sistemi enzimatici dell’organismo umano. Uno di questi, è quello della superossidodismutasi (SOD), che svolge un’azione antiossidante aiutando a neutralizzare i radicali liberi. Poiché nei soggetti diabetici si riscontra spesso una bassa concentrazione di manganese a livello sanguigno, si ritiene che questo minerale concorra al mantenimento dell’equilibrio glicemico e partecipi anche alla formazione dei mucopolisaccaridi, ovvero dei costituenti della cartilagine. Uno dei primi segni associati alla sua carenza è talvolta proprio il dolore articolare.